Sant'Umile da Bisignano
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Pietrafitta
Al tempo del soggiorno di frate Umile, in questa cittadina distante solo pochi chilometri da Bisignano, operavano tre comunità religiose, i Domenicani, i Cappuccini ed i Riformati.
Un giorno frate Umile, mentre si trovava a discutere del reale vantaggio spirituale di cui la popolazione del paese poteva giovarsi dalla presenza delle comunità, affermò che non sarebbe trascorso molto tempo prima che sarebbero rimasti solo i Riformati.In effetti la sue parole si avverarono poco tempo dopo, in quanto il convento dei Domenicani fu soppresso, mentre quello dei Cappuccini fu abbandonato dai frati.
Anche il Superiore del convento di Pietrafitta volle sperimentare se frate Umile durante l’estasi si mostrasse obbediente.Cosicché disse a due frati “chiamate frà Umile, solamente diteli:frà Umile vieni con noi”.
I due eseguirono alla lettera il comando del superiore.
Immediatamente frate Umile tornò in sé e disse loro “via fratelli andiamo a salvamento che voglio metter’in effetto l’ubedienza che mi avete portato” (1)
Nel convento di Pietrafitta, un giorno arrivò un certo signor Domenico, il quale aveva perduto dieci buoi e, pur essendosi prodigato nella loro ricerca, non avendoli trovati si recò da frate Umile per raccontargli l’accaduto e per raccomandarsi alle sue preghiere. Giunto al convento raccontò tutto al frate che gli rispose di andare a controllare in un determinato luogo , in quanto lì avrebbe trovato i buoi perduti. Il signor Domenico rispose: “Padre, io in questo luogo, che mi dice, ci sono stato tre volte, e mai vi l’ho trovati” e frate Umile rispose “tornateci per carità un’altra volta, che li troverete” (2).
Il poveruomo si recò per la quarta volta nel luogo indicatogli dall’umile fraticello, ma questa volta, come gli aveva predetto quel Servo di Dio, trovò tutti i suoi buoi
Sempre al convento di Pietrafitta arrivò una gentildonna, la quale essendo sposata e non vedente, non era riuscita fino ad allora a rimanere incinta. Questa situazione le procurava un grave senso di angoscia e tristezza e così, afflitta per l’una e per l’altra causa, decise di parlare con frate Umile, raccomandandosi vivamente alle sue preghiere.
Frate Umile le disse che Dio solo era la luce vera e l’origine di ogni cosa e la donna comprese quel che il frate voleva intendere ed immediatamente fu miracolata, recuperando la vista.Qualche tempo dopo, inoltre, rimase anche incinta e partorì un bellissimo figlio maschio che chiamò Umile, come quel servo di Dio che, per mezzo della sua preghiera, l’aveva salvata da quelle angosciose pene.

 (1) (2) Vita, morte e miracoli meravigliosi del devotissimo et umilissimo servo di Dio e di Maria vergine frat’Umile da Bisignano- P. Giacomo da Bisignano
San Fili
Frate Umile dovette recarsi, un giorno, dal convento di Bisignano, dove risiedeva, a quello di San Fili, un paesino appena sopra Cosenza. Prima di intraprendere il viaggio, volle recarsi a salutare l’amata madre,Ginevra Giardino, presso la casa paterna, ubicata nel Rione San Pietro. Appena il frate si trovò di fronte la madre si bloccò ed ebbe la macabra premonizione secondo la quale alla donna rimanevano solo poche ore di vita. Mosso da infinità bontà avvertì la donna di non salire, per il giorno successivo, sugli alberi di gelso: aveva intuito che fatale si sarebbe rivelato quel gesto. Infine il frate, con immensa umanità, si preoccupò di predisporre la madre all’ultimo viaggio, dopodichè s’incamminò verso San Fili, meta indicatagli dai suoi superiori. La madre, abituata a compiere quel gesto quotidianamente per raccogliere le foglie necessarie al sostentamento dei bachi da seta, non diede ascoltò al monito del figlio, salì su uno di quegli alberi e, cadendo, restò inanime a terra. In quello stesso istante frate Umile, che era già molto distante da Bisignano, si fermò di scatto, si girò verso il suo paesello e si fece il segno della croce, dopodichè  recitò “Requiem aeternam dona ei Domine”. Alla domanda del suo compagno di viaggio che era desideroso di conoscere il motivo della preghiera, pronunciata con tanto ardore, Frà Umile rispose dicendo: “sappiate che a questo punto è morta la mia buona madre, per essere caduta da un albero di gelso; ma deve stare pochi giorni nel Purgatorio”.

Negli ultimi anni della sua vita ritroviamo nuovamente Frate Umile risiedere presso il convento di San Fili, dove, un giorno, gli fu recapitata una lettera di frate Giovanni Battista da Campana, il quale lo esortava, lo invitava a recarsi nuovamente a Pozzuoli, in provincia di Napoli, dove avrebbe ricevuto cure migliori.


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